Volontariato

L’amore e la politica

Non un sentimento ma un’ipotesi di lavoro: così osservatori come Zygmunt Bauman a Remy Brague hanno trovato nell’Enciclica spunti che aprono orizzonti.

di Redazione

Un?enciclica di svolta e di ?riinizio?. Un?enciclica che aiuta a ragionare sui fondamenti dell?azione volontaria. Per questo Vita ha scelto di affrontarla in profondità e a viso aperto. Sul numero scorso, abbiamo ospitato le riflessioni di due grandi amici laici, Marco Revelli e Aldo Bonomi, sull?idea di ?altro? avanzata da Ratzinger. Questa volta entra in scena la politica. Con Luigi Bobba e Maurizio Lupi abbiamo scavato sul compito che il Papa assegna: costruire la giustizia. Stefano Zamagni, invece, rilancia l?idea di gratuità, centrale nell?Enciclica. La prossima settimana ospiteremo un intervento di don Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana: «Così l?Enciclica cambia la nostra missione» Anche uno dei più grandi sociologi viventi applaude a Papa Ratzinger. Zygmunt Bauman, l?autore del celebre Voglia di comunità, ha letto l?Enciclica e ha trovato un sguardo veritiero sulla condizione della modernità. «All?orizzonte della nostra vita vedo un pericolo enorme: la ?religionizzazione della politica?; è una minaccia grave per la sopravvivenza fisica dell?umanità, ma anche per la sua capacità di far fronte ai grandi problemi ancora irrisolti di miseria umana e di aggressività causata dalla miseria. Bene ha fatto Papa Benedetto a lanciare alto questo monito: Dio, che ha dato il comandamento dell?amore, ci impedisce di usare il suo nome per combatterci gli uni contro gli altri». L?amore: è questa la categoria su cui Ratzinger dice le cose più innovative, secondo Bauman. «L?amore è finito nel tritacarne; ecco perché è difficile amare ?per sempre?. Si pensa che ogni relazione sia debole, quindi cerchiamo di averne a non finire, in modo che qua e là si possa trovare qualcosa che ci soddisfi. Ma il Papa ci ricorda che non funziona così. Ma che è il contrario: quando due persone s?incontrano, ognuno porta con sé la propria diversa storia personale, che ha bisogno di essere conciliata con l?altro. E una convivenza di diversi è impensabile senza compromessi e sacrifici». Il sacrificio: una categoria da riscoprire? «L?amore è qualcosa che rende il sacrificio per il bene dell?amato qualcosa di naturale e di gioioso invece che un gioco pesante come i più credono». Su amore, parola abusata, è intervenuto sul Foglio Giacomo Contri, psicanalista, membro del comitato scientifico di Communitas. Con Vita chiarisce il suo pensiero: «Il Papa ha fatto giustizia della genericità di questa parola, riconnettendola con un pensiero. L?amore non è un ritornello ma un?ipotesi di lavoro. Il Papa non separa l?amore dal lavoro, né il pensiero dall?amore; il tema dell?amore è quello ultimativo per tutti, anche in ordine al saper essere logici». Questo cosa significa? «Che l?amore è amore se mette l?uomo in azione; se rilancia il suo essere nella storia. Il Papa sgombra il campo dall?idea, così diffusa anche tra i cristiani, che l?amore in fin dei conti coincida con il ?perdere la testa?». Un?Enciclica che non mette recinti ma che ributta i cristiani nell?arena del mondo. Aveva detto questo Aldo Bonomi sul numero scorso di Vita. Rilancia un?idea simile Remy Brague, docente alla Sorbona e tra i maggiori osservatori delle dinamiche del cattolicesimo del nostro tempo. «Il Papa non vieta ma educa. Il Papa non fissa steccati su cosa si deve fare e cosa no. Ma indica quello che porta al bene dell?umanità e quello che invece produce pericoli».


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